mercoledì 13 aprile 2011

Newsletter n.10/2011

Il clima generale di paura e disprezzo verso gli immigrati che si respira nella lettura degli articoli della stampa lombarda, sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti. In particolare segnaliamo questa settimana ‘l’importante’ lavoro di diffusione del pregiudizio e dell’odio verso i migranti del giornale milanese Cronaca Qui, il quale, in occasione degli sbarchi a Lampedusa, ha istituito uno spazio dedicato intitolato significativamente L’invasione: Emergenza sbarchi. Ecco la strategia per chiudere i rubinetti e svuotare la vasca. L’assessore: “Non sarà facile”. Permessi da 6 mesi e pattugliamenti in Tunisia (Cronaca Qui, 7/4). A Cronaca Qui sembra importante questa settimana sottolineare il fatto che, a persone reduci da attraversate di giorni a bordo di barconi sovraffollati si fornisca nei centri di accoglienza, un vitto, indumenti puliti, un minimo per le proprie spese personali. Tutto questo, che personalmente ritengo sia semplicemente un dovere di ogni società civile basata sul rispetto della Carta Internazionale dei Diritti Umani, per i giornalisti di Cronaca Qui sembra essere un regalo lussuoso elargito dallo stato: Sarkozy caccia i clandestini tunisini. E noi? Li facciamo pure fumare gratis e Ecco la “dote” a cui ha diritto ogni sbarcato: pantofole e sigarette. L’hotel Italia ci costa un milione al giorno ( Cronaca Qui, 9/4). Se qualcuno dei giornalisti di Cronaca Qui avesse mai messo piede in un centro di identificazione ed espulsione, si sarebbe accorto immediatamente che si tratta di luoghi in cui le persone vivono in condizioni igenico-sanitarie precarie, come ci hanno più volte mostrato i rapporti di Amnesty International.

Perché il Ministro Maroni con una circolare del primo aprile nega l’accesso al Cie di Via Corelli ai Consiglieri regionali, se queste strutture sono adeguate all’accoglienza dei migranti? Insorgono alcuni esponenti dell’opposizione: “è intollerabile che […].sia negato il diritto/dovere di verificare le modalità di trattamento all’interno di Via Corelli”: Via Corelli. Il Viminale vieta l’ingresso nel Cie ai consiglieri ( Giornale Milano, 8/4).

Rimarchiamo ancora una volta la terminologia inadeguata, discriminatoria ed offensiva adottata dal quotidiano Cronaca Qui nei confronti dei migranti, tutti definiti “clandestini tunisini”, o nel caso dei venditori ambulanti “vu’ cumprà”: Casbah senza fine. Vu cumprà padroni tutte le domeniche Articoli taroccati, merce rubata, persino benzina. L’ira dei cittadini: “Situazione da Terzo Mondo” (Cronaca Qui, 12/4). Nell’articolo si trovano diverse non-notizie: le merci dei “vu cumprà” sarebbero articoli “con ogni probabilità contraffatti o rubati”.Inoltre la strategia giornalistica adottata mira esplicitamente a contrapporre i commercianti italiani definiti “risorsa” a gli ambulanti immigrati definiti “ piaga”.

Ultima ‘perla’ giornalistica che ci regala questa settimana Cronaca Qui è la notizia di un ragazzino di una scuola media lombarda vittima di furti da parte di un non ben precisato numero di coetanei: I ragazzi costretti dai bulli rom a consegnare telefonini e Ipod. Un’intera scuola ostaggio dei baby criminali zingari (Cronaca Qui, 13/4). Ovviamente non si perde occasione per non omettere l’origine etnica delle persone, anche quando si tratta di minori, utilizzando termini carichi di disprezzo nei confronti dei ragazzi rom (“banditi, criminali, zingarelli”) e riportando informazioni non certe per enfatizzare l’accaduto (“i due ragazzini farebbero parte però di una baby gang più vasta”). Segnaliamo, non senza stupore, che della stessa notizia ci informa il Giorno di Milano, con un articolo praticamente identico in tutto a quello di Cronaca Qui; “Siamo rom, dateci tutto o morirete." Presa la baby gang dei telefonini (Giorno Milano, 13/4). Ne deduciamo che purtroppo, un certo giornalismo, di questi tempi va a ruba.

L’ennesima grave notizia di razzismo nel mondo dello sport: La vergogna. Bufera Comense. C’è un’inchiesta sugli insulti razzisti (Provincia, 9/4). Durante una partita di basket Geas Sesto e Comense, la giocatrice di origine nigeriana Abiola Wabara viene insultata da un gruppo di tifosi per il colore della sua pelle senza che l’arbitro interrompa la partita come prevederebbe il regolamento. La gravità dell’accaduto è stata sottolineata dalle dichiarazioni di Mara Carfagna: “Il razzismo non è soltanto un fenomeno inacettabile, ma, soprattutto, un reato”, Cori razzisti, interviene il ministro. Razzismo, il filmato della Digos (Corriere di Como, 9/4). Nonostante ciò e nonostante la Procura federale abbia aperto un’inchiesta c’è ancora chi tenta di minimizzare e di attribuire la responsabilità alla vittima degli insulti: “Le scuse? Soltanto da Wabara” (Giorno Milano, 9/4). Ma la storia non finisce qui. E’ di ieri la presa di posizione della Federazione Italiana Pallacanestro che pubblichiamo in questa newsletter.

Ancora su Como, riportiamo la notizia del rifiuto da parte del Comune del patrocinio per la rassegna di cinema LGBT, promossa dall’associazione ComoGayLesbica, denominata Sotto lo stesso cielo: No al patrocinio per la rassegna gay (Corriere di Como, 12/4) e Il Comune nega il patrocinio ai gay (Provincia, 12/4). Il sindaco ha dichiarato: “La decisione di non concedere il patrocinio non è in alcun modo un giudizio sulle persone su cui c’è profondo e massimo rispetto. Il modello di società proposto, tuttavia, non riteniamo che possa essere additato come esempio”. Di che modello parla il sindaco? Forse di una società dove tutti e tutte si sentano liberi e libere di essere ciò che sono e di amare chi vogliono? Personalmente, auspico l’avvento di tale società.

Continuano gli sgomberi dei campi rom del Comune di Milano, l’elenco dei quali è ‘orgogliosamente’ tenuto aggiornato dal vicesindaco Riccardo De Corato: Quasi 500 sgomberi spesi sette milioni, ma i rom sono ancora lì (Repubblica Milano, 11/4). Tuttavia le associazioni notano che “gli sgomberi hanno avuto l’effetto di moltiplicare gli insediamenti, sempre più piccoli e dispersi sul territorio. E’una tendenza disastrosa: diventa difficile assicurarsi che i bambini vadano a scuola”. A prima vista non sembra un risultato di cui andare fieri.

Nel frattempo a Brescia i sinti denunciano che “ i bagni allestiti dal Comune sono ancora chiusi a chiave e recintati” nonostante l’avvenuto trasferimento della famiglia Terrenghi in via Borgosatollo , condizione necessaria richiesta dal Comune per la riapertura dei servizi igenici. Brescia, l’ira dei Sinti: “Il Comune non rispetta i patti e non apre i bagni”(Giorno Brescia, 13/4) e I Sinti protestano: "I servizi igenici rimangono chiusi" (Brescia Oggi, 13/4).

Per un approfondimento su queste questioni rimandiamo alla lettera di Luigino Beltrami sulla storia del campo di Via Orzinuovi.

Chiudiamo la rassegna con una serie di buone notizie, decisamente in coraggiosa controtendenza rispetto al panorama degli eventi di questa settimana.

La prima riguarda un’importante decisione della Consulta che ha dichiarato illegittimo l’articolo, contenuto nel pacchetto sicurezza, che amplia, senza delimitarli, i poteri decisionali dei sindaci: La Consulta: “Stop ai sindaci-sceriffi” (Gazzetta di Mantova, 8/4). Secondo la Consulta tale articolo lede infatti “l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, perché gli stessi comportamenti potrebbero essere ritenuti variamente leciti o illeciti” a seconda del giudizio dei sindaci. In virtù di tale decisione, a Mantova le opposizioni chiedono il ritiro dell’ordinanza anti-accattonaggio varata lo scorso giugno dal sindaco: Ritirate la norma antiaccattoni. Dopo la sentenza le opposizioni attaccano il sindaco (Gazzetta di Mantova, 9/4).

Altra bella notizia che riguarda Mantova è la nascita del ‘nodo locale’ dell’associazione “Giovani musulmani italiani”: Islamici nati a Mantova fondano un movimento e I giovani musulmani che cantano Mameli (Gazzetta di Mantova, 8/4). L’associazione è nata in Italia 10 anni fa e “basa il suo operato sulla consapevolezza che i giovani musulmani, figli della società italiana, conoscono intimamente sia la cultura di origine, sia quella in cui vivono. La nostra vita deve essere una sintesi di queste due realtà”, racconta Atif Nazir ventiduenne di Suzzara e membro della neonata associazione mantovana.

A Castiglione delle Stiviere ha aperto, alla presenza di sindaco, parroco e degli assessori alla cultura e ai servizi sociali, il nuovo centro culturale islamico: Paganella: “E ora giustizia è fatta”. Il sindaco ha inaugurato il centro islamico: messa la parola fine su tante falsità(Gazzetta di Mantova, 10/4). Assenti purtroppo gli esponenti della Lega, i quali hanno già apertamente annunciato la loro contrarietà all’apertura del centro: Castiglione. Ma la Lega annuncia battaglia: “Quella è una moschea”. Sindaco e parroco inaugurano il centro islamico (Gazzetta di Mantova, 10/4). Infine segnaliamo che è stato siglato dall’assessore alle Politiche Sociali Fausto Banzi e dal suo omologo reggiano l’accordo sull’immigrazione fra le Province di Mantova e Reggio Emilia che prevede, fra l’altro, lo sviluppo di politiche comuni su di un territorio vasto e lo scambio di buone prassi: Mantova-Reggio Emilia accordo sull’immigrazione (Voce di Mantova, 10/4).
Elena Cesari

Leggi la Newsletter n.10/2011

Nessun commento: