martedì 22 marzo 2011

Newsletter n.7/2011 - Il presente della memoria

La scorsa settimana abbiamo letto e segnalato delle modalità di attuazione del progetto di inserimento abitativo per le famiglie sinte mantovane che ancora risiedono nell’area di sosta.
In sostanza si tratta dell’approvazione del “nuovo regolamento” che, nell’ottica dell’attuale Amministrazione, dovrebbe col tempo portare alla chiusura del ‘campo’ stesso. La replica alla prima pagina del 15 marzo (Campo nomadi a tempo) arriva con: I nomadi replicano: campo aperto a tutti i sinti. “Via Roma non rispetta i patti” (Gazzetta di Mantova, 16/3) e Sinti e Rom scendono in piazza (Gazzetta di Mantova, 19/3).
Su questo numero della nostra newsletter iniziamo a dare spazio e voce a quella parte dei nostri concittadini che dovrà poi vivere alla luce di questo regolamento ad hoc. Della discussione che si è aperta tra gli interlocutori – Comune di Mantova e associazione Sucar Drom, da sempre soggetto della mediazione culturale e del protagonismo attivo delle donne e degli uomini sinti – leggiamo ancora in numerosi articoli, tra cui: Nomadi, in aula il regolamento (Gazzetta di Mantova, 17/3) e Integrare i nomadi? Basta mantovanizzarli! (Voce di Mantova, 17/3).
Su quest’ultimo mi preme fare alcune considerazioni. L’anonimo articolista così descrive il progetto sussunto al nuovo regolamento: “La giunta di centrodestra intende così dare forma alla tanto demagogizzata ‘integrazione’: mantovanizzando le minoranze. Che peraltro proprio minoranze non sono, a detta dell’assessore al welfare Arnaldo De Pietri: «Il campo nomadi ospita sinti e rom tutti assolutamente mantovani»”.
Esatto: tutte e tutti mantovani, l’assessore si è fermato qui (leggo il virgolettato). E’ il giornalista che non conosce la differenza. Esplicitiamola, dunque: nell’area di sosta di via Learco Guerra risiedono persone italiane, mantovane e appartenenti alla storica minoranza dei sinti, così come ci sono gli ebrei mantovani, i musulmani mantovani, ecc... Semplice.
Provano, e lo segnaliamo volentieri, a prendersi la parola sul primo quotidiano locale le famiglie: A mia madre ho dato una rassicurazione sbagliata (Lettera firmata, Gazzetta di Mantova, 19/3), Ma come fa il consigliere a sapere che siamo sporchi? (Yuri del Bar), Cantano Fratelli d’Italia poi danno il ‘giro di vite’ (Giacobbe); si aggiungono il segretario di Sucar Drom e alcuni privati: Quella è una discriminazione cara consigliera Graziano (Carlo Berini), Nomadi, cosa c’è che ci spaventa? E io adesso non mi sento tanto bene (di Anna Volpi, stessa data). [...]

Angelica Bertellini

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