martedì 1 marzo 2011

Newsletter n.4/2011

La notizia mantovana che questa settimana maggiormente colpisce l’attenzione è Immigrati? Sospeso il maxi risarcimento (Gazzetta di Mantova, 24/2). Una famiglia ha vinto un grado di giudizio per lesioni gravi al figlio (un errore al momento del parto cesareo ha compromesso per sempre le principali funzioni vitali), ma non può ricevere tutto il risarcimento. Le ragioni addotte: non sono ancora cittadini italiani, quindi potrebbero tornare in Marocco e, qualora l’ultimo grado desse loro torto, sarebbe difficile ottenere il rimborso. La domanda a cui al momento non so rispondere è: nel caso fossero italiani, quale garanzia potrebbero offrire di restituzione? In caso fossero più o meno le stesse (e basta vedere la casistica), allora si tratterebbe di discriminazione. Poi ci sono due lettere, che vi proponiamo di leggere: Emigrazione. Pensiamo agli altri…se avanza qualcosa (di Luca De Marchi, Gazzetta di Mantova, 27/2) e I diritti dei figli vanno sempre rispettati (dell’avvocata Loredana Ganzerla, Voce di Mantova, 27/2). La prima riprende una tesi già proposta dallo stesso autore, ossia che provvedere ai bisogni primari dell’essere umano non può basarsi sul principio di uguaglianza: gli aiuti per il diritto all’alloggio, alla salute e alla scuola non possono essere riconosciuti a chi non abbia determinate caratteristiche (non specificate dal consigliere: cittadinanza, residenza...?), perché i soldi sono pochi, quindi deve intervenire un criterio di priorità. In linea di principio è vero: se c’è poco occorre individuare le emergenze. E’ sul concetto di emergenze, di priorità che il resto dell’umanità non è d’accordo: siamo o non siamo tutti e tutti uguali di fronte al nucleo minimo del concetto di "essere umano"? La seconda lettera emette un giudizio forte e di condanna per i genitori dei quattro bambini morti pochi giorni fa a Roma, in sostanza la colpa sarebbe dei genitori. Non abbiamo, dall’autrice, possibilità di sapere se ella sia a conoscenza dei fatti, ci pare nettamente di no, eppure, sulla base del pregiudizio, accusa due persone del gesto più terribile.

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