martedì 23 marzo 2010

Newsletter n.8/2010 - Quelli come lei...

Li avevano avvertiti in tutte le lingue: se entro il 15 marzo non avessero regolarizzato i pagamenti della mensa scolastica per i loro figli, il comune (non andrebbe maiuscolo?) avrebbe interrotto ‘l’erogazione del servizio’. E così, più o meno allo scadere dell’ultimatum, nove bambini (sette stranieri e due italiani) della scuola materna ed elementare di Montecchio Maggiore (VI) si sono trovati davanti un panino e un bicchier d’acqua invece del bel pranzetto che aspettava i compagni.La notizia fa scalpore, anzi fa schifo. Ne parlano i telegiornali nazionali, i quotidiani e sulla rete si moltiplicano di ora in ora le voci sdegnate. La sindaca Milena Cecchetto e l’assessore alle Politiche Sociali e all’Istruzione Barbara Venturi, entrambe leghiste, non sembrano scomporsi. Compaiono radiose sui teleschermi rivendicando l’equità di un gesto discriminatorio che viola ogni convenzione sui diritti dell’infanzia e l’onorabilità di un Paese che non lo punisce. Non si tratta di pane e acqua, precisano le amministratrici, ma di un panino imbottito e di una bottiglietta d’acqua minerale. E fingono di ignorare quanto una disparità di trattamento come questa possa ferire un adulto ma sia certamente terribile per un bambino; che ne coglie immediatamente tutti i significati simbolici: valgo meno, ho genitori di cui vergognarmi, ho genitori che non si occupano di me. Ma anche: i miei genitori per colpa mia devono spendere tanti soldi, sono la causa di un grosso guaio per loro, potrebbero non volermi più bene ...

Maria Bacchi

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