martedì 9 febbraio 2010

Newsletter n.2/2010 - Gli zingari non esistono

Grazie al ‘caso di Guidizzolo’, si è tornato a parlare della questione rom, che detta come va detta non è altro che il “problema degli zingari”. E’ noto che questa popolazione di origine indiana è girovaga, incapace di adattarsi alla nostra società, e che utilizza forme di sfruttamento e di raggiro per poter vivere sulle spalle di noi italiani. Non solo, essi sono un pericolo pubblico perché rubano i bambini!
Ho cercato di condensare in tre righe tutti i luoghi comuni su questi nostri fratelli in Cristo; mi pare di averne delineato un quadro chiaro e ampiamente diffuso, ma ora vorrei, con il vostro permesso, smontarlo un pezzo alla volta.
1 - Gli zingari non esistono. Esistono due ceppi distinti, comunemente denominati zingari, che si autodefiniscono rom e sinti. Essi hanno dei tratti in comune (la lingua) ma molte differenze (usi e costumi). Ad ogni modo il termine zingaro è sbagliato, perché è come se il nome utilizzato per indicare i tedeschi fosse crucchi, o come se gli italiani fossero comunemente chiamati “mangiaspaghetti”, per non parlare del “terroni” e dei “magnia gat”. E’ un modo sbagliato ed offensivo per identificare delle popolazioni.
2 - I rom / sinti non sono nomadi. Certamente i rom e i sinti hanno vissuto a lungo come girovaghi per lavoro: arrotini, lavoratori del rame, giostrai, artisti del circo. Ma oramai la grande maggioranza non fa più questo genere di professione (se escludiamo Moira Orfei e pochi altri). Come tutti noi, abitano sedentariamente in città (a volte in maniera degna, a volte ai margini dell’esclusione sociale).
3 - Non sono degli irriducibili. Certamente l’assimilazione a loro non piace, così come non piacerebbe a nessuno di noi. Non è certamente divertente abitare all’estero e dover imparare una nuova lingua, una cultura e delle abitudini estranee alle nostre tradizioni; molti modi di fare potrebbero non piacerci e potremmo non volerli accettare. Insomma i nostri fratelli sinti (e rom) non sono altro che portatori di culture diverse, che cercano di mantenere vive e di tramandare ai loro figli.
4 – Non sono degli sfaccendati né tantomeno dei criminali. Come in ogni gruppo, ci sono gli onesti e i disonesti e dunque non possiamo fare di tutta un’erba un fascio. Se andate a visitare il campo sosta di Mantova, alcuni amici dell’associazione Sucar Drom potranno farvi fare il giro delle roulotte e spiegarvi perché gli uomini non sono a casa: semplicemente perché sono al lavoro, così come alcune delle donne non ancora madri.
5 – Non rubano i bambini, anzi è ben vero il contrario. Per secoli la nostra società ha rubato i loro bambini (come anche quegli degli ebrei) per insegnare loro ‘la civiltà’. A tutt’oggi non esiste una sola condanna definitiva contro persona sinta o rom per rapimento di minore. (Qualcuno dovrebbe spiegarci cosa se ne farebbero dei nostri bambini, visto che il loro tasso di fecondità è cinque volte più del nostro).
6 – Sono cittadini italiani. Direte: cosa? Non sto scherzando! Se uno abita da trecento anni in Italia potrà pure essere riconosciuto come Italiano anche se non parla la nostra lingua. Così è per i fratelli sinti, come per gli altoatesini, i friulani, o i nostri nonni che parlavano solo dialetto. Sono Italiani e si sentono Italiani, tifano per la nazionale e guardano la nostra mamma Rai.
7 – Sono cristiani. Nella stragrande maggioranza dei casi i sinti e i rom sono cristiani, per lo più cattolici, e talora evangelici. Non ho patenti per stabilire la fede di una persona, accetto quindi per valida la loro autocertificazione, come accetto quella del Ministro che difende il crocifisso in Comune e attacca il Cardinale di Milano in televisione.
8 – Non amano vivere nei campi nomadi. Essi per tradizione vivevano in case viaggianti (carri e poi roulotte), quindi una volta che hanno scelto di fermarsi, la cosa più semplice è stata quella di fermare la roulotte. Dopo di che si è aperto il problema di trovare loro una casa. Impresa non facile, come sanno tutti quelli che sono in lista per le case popolari o come ci dice la recente vicenda di Guidizzolo.
9 – Sono persone, persone con cui si può parlare, giocare a calcio, bere insieme un caffè o iniziare una storia d’amore. Ma sono pochi quei racli / gagi (non sinti) che osano avventurarsi tra le loro roulotte.
La buona azione settimanale? Ricordarsi dei nove punti appena letti ogni volta che ne incontriamo uno.
Matteo Bassoli (da U Velto)
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