Li conoscono tutti come i 'giardini di Viola', per via della storica gelateria che si trova all'angolo con via delle Pescherie, davanti al campanile solitario di san Domenico. O anche delle 'badanti', perché al sabato pomeriggio o alla domenica, le panchine dell'area verde che fiancheggia la passeggiata lungo il Rio diventano luogo di ritrovo delle donne venute in Italia da paesi come Ucraina e Moldavia per trovare lavoro come assistenti per gli anziani.
Anche ieri pomeriggio erano lì, con i loro sacchettini dei supermercati usati all'occorrenza anche per riporre i resti dei pasti consumati all'aperto nelle giornate di sole. Ieri mattina era tutto pulito. Nel pomeriggio c'erano in giro diverse cartacce, soprattutto sul retro del campanile. [...] Ma Chizzini non si ferma qui. «Il problema è che le panchine vengono usate come luogo di bivacco - argomenta - è una questione di maleducazione. I regolamenti comunali vanno rispettati: chi sporca andrebbe sanzionato»
Lungorio, cartacce e rifiuti nelle aiuole dove crescono le rose
(Gazzetta di Mantova, 11 ottobre 2010)
Sabato scorso, anch’io guarda caso ho pensato ai rifiuti sul Lungorio, durante il mercato dei contadini, quando tutta Mantova vi si riversa per comprare cibi genuini, frutta e verdura fresca, formaggi locali e carne biologica.
Ho pensato, vedendo le carte e i rifiuti per terra, “chissà se anche queste cartacce, questi volantini pubblicitari, residui di ortaggi, saranno addebitati alle persone che più frequentano questi giardini, cioè le donne che assistono persone anziane o disabili, che il sabato pomeriggio o la domenica hanno delle ore libere da trascorrere fuori dal posto di lavoro, che è anche la loro unica abitazione, dove perciò è meglio non rimanere, altrimenti sarebbe come per me restare a dormire in ufficio”.
Ovviamente sono loro le prime sospettate di qualunque cosa riguardi i giardini, qualunque cosa ma di spiacevole, beninteso… Se dovesse succedere un miracolo, sicuramente sarà accreditato ad altri.
I rifiuti dei “Giardini di Viola”: annoso problema; i giardini stessi sono un annoso problema per i mantovani. Qualcuno dice addirittura che ha paura ad attraversali, infestati come sono di gente straniera e perciò pericolosa. Qualcun altro si chiede a che servono queste graziose coperture fiorite tra le panchine se poi a bivaccarci sopra vanno solo le badanti. Ovviamente spreco di denaro pubblico. Anzi, anche i “Giardini di Viola” sono uno spreco di spazio cittadino. Spazio che ormai ospita solo rifiuti di vario genere, gastronomico, pubblicitario, umano. Rifiuti umani… Rimango sempre più impietrita da quanto leggo e sento. Penso che dovrei lasciarmi attraversare da orecchio a orecchio e dimenticarmene. Ma perché poi? Per pensare a cos’altro? Dovrei non sentire, non vedere, non pensare.
I rifiuti di cui, sulla Gazzetta di ieri, parlava l’assessore (di cui il giornalista puntualizza l’appartenenza politica – e questa può essere una chiave di lettura) io li ho visti, li ho visti sabato, e sono stati lasciati lì da noi benestanti clienti del fiorente mercato contadino. Le “badanti” badano bene a non alimentare gli spiacevoli luoghi comuni che le investono, che le travolgono, che le uccidono nell’anima, dopo che già, talvolta, sono state uccise nella dignità dai loro “padroni” a causa delle richieste assurde di cui spesso sono destinatarie e alle quali devono comunque dare una risposta. Perché se perdono il lavoro, perdono l’identità. Cioè tutto.
Lucia Papaleo
Ho pensato, vedendo le carte e i rifiuti per terra, “chissà se anche queste cartacce, questi volantini pubblicitari, residui di ortaggi, saranno addebitati alle persone che più frequentano questi giardini, cioè le donne che assistono persone anziane o disabili, che il sabato pomeriggio o la domenica hanno delle ore libere da trascorrere fuori dal posto di lavoro, che è anche la loro unica abitazione, dove perciò è meglio non rimanere, altrimenti sarebbe come per me restare a dormire in ufficio”.
Ovviamente sono loro le prime sospettate di qualunque cosa riguardi i giardini, qualunque cosa ma di spiacevole, beninteso… Se dovesse succedere un miracolo, sicuramente sarà accreditato ad altri.
I rifiuti dei “Giardini di Viola”: annoso problema; i giardini stessi sono un annoso problema per i mantovani. Qualcuno dice addirittura che ha paura ad attraversali, infestati come sono di gente straniera e perciò pericolosa. Qualcun altro si chiede a che servono queste graziose coperture fiorite tra le panchine se poi a bivaccarci sopra vanno solo le badanti. Ovviamente spreco di denaro pubblico. Anzi, anche i “Giardini di Viola” sono uno spreco di spazio cittadino. Spazio che ormai ospita solo rifiuti di vario genere, gastronomico, pubblicitario, umano. Rifiuti umani… Rimango sempre più impietrita da quanto leggo e sento. Penso che dovrei lasciarmi attraversare da orecchio a orecchio e dimenticarmene. Ma perché poi? Per pensare a cos’altro? Dovrei non sentire, non vedere, non pensare.
I rifiuti di cui, sulla Gazzetta di ieri, parlava l’assessore (di cui il giornalista puntualizza l’appartenenza politica – e questa può essere una chiave di lettura) io li ho visti, li ho visti sabato, e sono stati lasciati lì da noi benestanti clienti del fiorente mercato contadino. Le “badanti” badano bene a non alimentare gli spiacevoli luoghi comuni che le investono, che le travolgono, che le uccidono nell’anima, dopo che già, talvolta, sono state uccise nella dignità dai loro “padroni” a causa delle richieste assurde di cui spesso sono destinatarie e alle quali devono comunque dare una risposta. Perché se perdono il lavoro, perdono l’identità. Cioè tutto.
Lucia Papaleo
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